Sulla funzione f(x)=sin x +
cos x .
Perché sparare ad una
mosca col cannone?
Una spiegazione deve avere
sempre i caratteri della semplicità e della chiarezza.
Giorni fa, sfogliando i vari post
di un noto Newsgroup, rimasi
colpito dalle risposte fornite al seguente quesito:
“Spero che mi possiate dare qualche delucidazione su
questa funzione: f(x)=sin x + cos x .
Sto seguendo uno studio
guidato di questa funzione ( …), e non riesco a capire come tale funzione possa
essere riscritta nella seguente forma: .
Qualcuno potrebbe spiegarmi i passaggi intermedi?“
Delle quattro risposte date dai
lettori, tre erano poco praticabili, molto elaborate, e tra l’altro alcune
ponevano in essere nuove affermazioni poco evidenti. La quarta mi è sembrata più semplice e accessibile.
Prima di continuare, vi invito a
leggere le suddette risposte che riporto nell’ordine in cui sono state inviate:
1)” Ogni funzione del tipo
A*sin(x)+B*cos(x) puo' essere
scritta come C*sin (x+a);
sviluppi quest'ultima con la formula di addizione
del seno ed uguagli ad A e B i
coefficienti di sin(x) e cos(x) per trovare C ed A.”
2)”Puoi convincerti della
validità della formula ricordando che sen(x) può essere rappresentato da un
vettore di ampiezza unitaria giacente sull'asse x e applicato nell'origine
degli assi mentre cos(x) può……giacente sull'asse y e applicato come sopra.
Supponi ora di ruotare i
vettori con velocità angolare unitaria. A ogni istante le proiezioni dei
vettori sull'asse y forniscono i valori sen(x) e cos(x): per il seno basta che
ricordi la definizione; per il coseno basta ricordare che si tratta di un seno
anticipato di Pi/2. Il vantaggio della costruzione consiste nel fatto che si
puo' dimostrare che sen più cos e' rappresentato dal vettore somma dei vettori
che rappresentano sen e cos. L'ampiezza del vettore somma (e quindi della
sinusoide somma) e' sqrt(1^2+1^2) = sqrt(2) (teor. di Pitagora) e la fase
(Pi/2)/2 = Pi/4.
Come vedi, una volta capito il
metodo, ti accorgi della validita' della tua formula senza scrivere nulla.“
3)“Se non ti piace quanto
sopra c'e' una terza alternativa. Basta ricordare che cos(x) = sen(Pi/2-x) e
applicare la formula: senA+senB =
2*sen1/2(A+B)cos1/2(A-B)”
4) “(…) se (…) ti hanno
convinto che deve valere una identita' del tipo
sen(x) + cos(x) = A*sen(x+ phi) e si tratta
solo di controllare se e' vero che A e phi sono quelli da te riportati, basta
assegnare a x due valori qualsiasi per ottenere un sistema di due equazioni
che, risolto, ti fornisce la coppia A e phi. Puoi, ad es., porre x = Pi/2 -
phi e
x = - phi
e ottenere il sistema.
sen(phi) + cos(phi) = A
sen(phi) - cos(phi) = 0”.
La risposta che raggiunge lo
scopo con maggiore facilità è la terza. Infatti, utilizzando la nota relazione
(angoli associati) si ha:
=
(prostaferesi: )
= =
= = =
= = .
In definitiva: .
Non ero convinto che le risposte date potessero essere le
più semplici. Infatti, condizionato un po’ dalle mie esperienze quotidiane, mi
chiedevo: ma come si fa a dare simili spiegazioni ad uno studente che incontra
difficoltà? Ho quindi cercato una soluzione differente utilizzando le normali risorse dello studente medio ed ho
trovato la seguente semplice dimostrazione che utilizza sola la ben nota
formula di sottrazione del coseno:
=
.
Mi chiedo allora, perché per
spiegare una semplice relazione si deve far ricorso a simili elucubrazioni?
Cioè, perché sparare ad una mosca col cannone? Mi rendo perfettamente conto che
l’uso abituale di certi strumenti porta poi, quasi inevitabilmente, a risolvere
le questioni in un determinato modo, ma non bisogna mai dimenticare che una
spiegazione deve avere sempre i caratteri della semplicità e della chiarezza.